Selmi (Aval): “Il valore dello sviluppo sociale e sostenibile”
L’intervista a Ruffino Selmi, presidente di Aval ODV, in merito ai cambiamenti introdotti nel mondo del volontariato dalla pandemia e dalla riforma del Terzo Settore
Articolo ripreso da INTERRIS.IT – di Christian Cabello
Il volontariato rappresenta una risorsa di primaria importanza per la società contemporanea. I volontari, molto spesso, sono la prima risposta in caso di emergenze e rivestono un ruolo fondamentale per la vita e il sostentamento di attività centrali per le comunità, tra cui educazione, la cura e la tutela dell’ambiente. In particolare, in Italia, secondo i dati dell’Istat, sono stati censiti oltre cinque milioni e cinquecentomila volontari, ossia il 9% della popolazione. Tra le regioni italiane, per estensione territoriale e numero di persone impegnate nel volontariato, spicca la Lombardia dove ci sono svariate realtà storiche nel mondo del volontariato, una di queste è Aval. Interris.it, in merito a questa esperienza di volontariato e hai mutamenti avvenuti dopo la pandemia e la riforma del Terzo Settore ha intervistato Ruffino Selmi, volontario attivo nelle Acli dal 1974 nell’ambito di Gallarate, in provincia di Varese e, dal 2021, presidente di Aval.
L’intervista
Come nasce e che obiettivi ha Aval?
“’Aval’, il cui acronimo significa ‘Associazione Volontariato Acli Lombardia’, è nata molti anni fa e, come dice il nome stesso, è presente solo in questa regione. Alla sua fondazione, la preoccupazione principale, era quella di garantire una assicurazione e una assistenza assicurativa ai volontari che operavano dentro le Acli, principalmente si trattava dei promotori sociali collegati al patronato e diffusi un po’ su tutto il territorio e nei vari circoli della Lombardia. Gradualmente Aval, pur mantenendo queste caratteristiche, ha sviluppato anche la capacità di collaborare con Acli nell’ambito del volontariato in altri settori, come ad esempio nelle scuole di italiano per stranieri, nelle mense e in ogni altro ambito di volontariato rivolto più in generale alla cittadinanza. Nelle epoche successive, abbiamo sviluppato anche la capacità formativa legata alla nostra sensibilità nel sociale. Ciò ha consolidato una collaborazione più stretta tra i percorsi delle Acli sul piano degli interventi sociali e per la sperimentazione nel concreto delle diverse attività volontaristiche. La finalità è quella alimentare le ragioni della speranza ed il valore della coesione sociale, per ricostruire delle prospettive di sviluppo solidale e sostenibile.”
In che modo, la pandemia e la sua conclusione, hanno impattato sulla vostra azione?
“La pandemia da Covid – 19 ha generato molte difficoltà in termini di operatività. Molte sedi sono rimaste chiuse per diverso tempo e le attività sono state sospese. In alcune di queste, però, le persone hanno mantenuto dei contatti e, in diverse provincie, si sono generate nuove opportunità di volontariato che, dopo la fine del periodo pandemico, si sono strutturate e mantenute.”
Quali riflessioni ha aperto la riforma del Terzo Settore nel vostro ambito d’azione?
“La riforma del Terzo Settore ha stabilito che, anche le associazioni di promozione sociale, devono far parte di uno specifico albo che obbligatoriamente raccoglie i volontari dell’associazione. I criteri sono molteplici e, tutto ciò, ha portato ad una riflessione all’interno di Aval e di Acli, con l’obiettivo di creare attività di potenziamento e sinergie nell’ambito del volontariato, per far sì che, nelle varie declinazioni sui territori provinciali, ci si possa consolidare sia sul piano formativo che nella sperimentazione di attività volontaristiche. La riforma sta comportando anche delle valutazioni di opportunità per la partecipazione a specifici bandi, anche pubblici, al fine di cogliere delle opportunità e sviluppare delle energie sui territori per dedicarsi ad attività che possono essere utili nelle provincie e nei paesi.”