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Rapporto sulle condizioni di vita delle famiglie italiane: uno sguardo sulla stabilità e le criticità nel 2023-2024

Rapporto sulle condizioni di vita delle famiglie italiane: uno sguardo sulla stabilità e le criticità nel 2023-2024

Il recente rapporto sulle condizioni di vita delle famiglie italiane per l’annualità 2023-2024 ha offerto uno spunto interessante per riflettere sulla situazione socio-economica del nostro Paese. Sebbene la situazione complessiva appaia sostanzialmente stabile, emergono alcuni aspetti critici che meritano attenzione.

Secondo il rapporto, la quota di persone a rischio di povertà e di grave deprivazione materiale e sociale non subisce variazioni significative rispetto agli anni precedenti. Questo indica una situazione che, pur non peggiorando, rimane tuttavia instabile e fragile per molte famiglie italiane.

Due aspetti degni di nota sono la disoccupazione volontaria e la percentuale di individui che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro. La disoccupazione volontaria, che riguarda chi sceglie di non cercare attivamente un’occupazione, resta un fenomeno rilevante, mentre la bassa intensità di lavoro – che si riferisce a famiglie in cui i membri lavorano per poche ore o con contratti precari – è in leggero aumento. Questi dati suggeriscono che, purtroppo, molte persone continuano a trovarsi in una situazione di lavoro instabile, che non consente una sicurezza economica adeguata.

Un altro elemento significativo evidenziato dal rapporto è la flessione del reddito reale rispetto al reddito nominale. Seppur i redditi nominali non sembrino subire grosse perdite, l’effetto dell’inflazione ha notevolmente ridotto il potere d’acquisto delle famiglie italiane. In particolare, l’aumento dei costi alimentari e delle spese necessarie, come quelle legate alla casa e alle utenze energetiche, si fa sentire in modo più forte. Le famiglie si trovano quindi a dover affrontare spese quotidiane sempre più elevate, pur con un reddito che non cresce allo stesso ritmo.

All’interno di questo scenario generale, si segnalano alcune categorie particolarmente vulnerabili, le quali sembrano affrontare un incremento significativo dei rischi di povertà e esclusione sociale. In particolare, le famiglie con due o più figli e quelle con tre o più figli, i pensionati con redditi bassi, ma soprattutto i monogenitori sono i gruppi che registrano un aumento importante nell’indicatore di povertà o esclusione sociale. Questo fenomeno, che seppur già noto, sta diventando sempre più evidente, evidenzia la difficoltà crescente di queste famiglie nell’arrivare a fine mese, nonostante l’incremento dell’occupazione.

Interessante, però, è il contrasto tra l’aumento dei livelli occupazionali e la persistente povertà lavorativa. Questo fenomeno di lavoro povero, dove molte persone, pur essendo occupate, non riescono a superare la soglia della povertà, diventa un tema cruciale da affrontare. Il lavoro, che in passato è stato spesso uno strumento di emancipazione sociale, sembra aver perso la sua funzione, diventando in alcuni casi non solo insufficiente per garantire una vita dignitosa, ma addirittura incapace di proteggere le persone dal rischio di esclusione sociale e povertà.

Questi dati, che ormai da tempo vengono monitorati anche grazie al nostro Osservatorio OVER – un progetto promosso da Acli Lombardia e dall’Istituto Ricerca Sociale – offrono una base solida per l’analisi delle condizioni socio-economiche della Lombardia. L’Osservatorio, che esamina i dati provenienti dai dichiarativi fiscali e dalle richieste dei cittadini che si rivolgono ai CAF Acli, ha da sempre evidenziato la crescente vulnerabilità delle famiglie.

Quest’anno, però, con l’edizione 2025, che sarà presentata ufficialmente nell’autunno del 2025, l’Osservatorio intende fare un passo in avanti. Non solo raccogliendo i dati economici, patrimoniali e reddituali, ma cercando anche di integrare dati qualitativi che permettano di dipingere un quadro più completo e accurato della vita delle famiglie lombarde. L’idea è quella di andare oltre i numeri, raccontando storie, esperienze e difficoltà quotidiane, per offrire una lettura più profonda delle sfide che milioni di cittadini si trovano ad affrontare.

Ovviamente, l’intenzione non è limitarsi alla mera analisi della situazione. Sebbene la base conoscitiva, anche se sofisticata, sia un passo fondamentale, ciò che manca oggi sono politiche pubbliche adeguate per contrastare efficacemente questi fenomeni. A livello nazionale e regionale, le misure di contrasto alla povertà continuano a rivelarsi insufficienti. Un esempio lampante è la scomparsa del reddito di cittadinanza, la misura principale di supporto alle famiglie più vulnerabili, sostituita da altre politiche che risultano più categoriali e meno universali. Le nuove misure non sembrano in grado di invertire il trend della povertà, né di garantire un livello di protezione adeguato a chi, pur avendo redditi da lavoro o pensione, non riesce comunque a sostenere il costo della vita.

Le famiglie che, pur lavorando o vivendo con pensioni, si trovano a vivere in condizioni di povertà relativa, necessitano di misure integrative che vadano oltre l’assistenza momentanea e che puntino a un sostegno al reddito continuo, in grado di affrontare le sfide quotidiane legate all’alto costo della vita. È evidente che senza politiche di welfare che garantiscano un livello minimo di sostentamento e di protezione, molte famiglie italiane continueranno ad essere esposte al rischio di povertà, nonostante la loro condizione lavorativa o pensionistica.

Il rapporto sulle condizioni di vita delle famiglie italiane, pur segnalando una certa stabilità, porta alla luce fenomeni preoccupanti come l’aumento della povertà tra le famiglie con figli e i pensionati, nonché il crescente fenomeno del lavoro povero. La sfida per il futuro sarà quella di garantire che il lavoro torni a essere uno strumento di emancipazione sociale, e che le politiche sociali e occupazionali siano in grado di affrontare efficacemente le disuguaglianze economiche che caratterizzano molte famiglie italiane. L’Osservatorio OVER, con il suo approccio integrato, rappresenta uno strumento fondamentale per monitorare questi cambiamenti e orientare le politiche in modo mirato ed efficace.

Andamento del reddito familiare netto con affitti figurativi a prezzi costanti per tipologie di reddito (2003-2023). Fonte: Istat.it

Distribuzione della disuguaglianza nei redditi netti equivalenti secondo l’indice S80/S20 nelle diverse aree geografiche italiane. Fonte: Istat.it

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