L’importanza della tutela della dignità umana
Articolo di Pierangelo Milesi – Presidente Provinciale Acli Brescia APS e delegato alla Pace delle Acli nazionali APS, ripreso da INTERRIS.IT a cura di Christian Cabello
La dichiarazione “Dignitas Infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede richiama tutti noi all’importanza della tutela della dignità umana a 360 gradi. Quest’ultimo è un tema fondamentale del magistero pontificio e della Chiesa in generale. In particolare, Papa Francesco ha insistito, attraverso la formazione di questo documento importante, affinché si riconoscesse la dignità infinita di ogni persona umana, inalienabilmente fondata nell’essere di tutti, al di la di qualunque circostanza o situazione particolare. Il Santo Padre ha fatto si che ci si focalizzasse sulle attuali gravi violazioni della vita umana del nostro tempo, sulla scia dell’enciclica “Fratelli tutti”, insistendo molto sul concetto di sviluppo integrale della persona e sull’ecologia integrale in senso lato.
Da questo punto di vista è chiaro che, la promozione della pace, sia uno dei fondamenti di questo processo. Essa non è soltanto l’assenza di guerre o conflitti, ma è una condizione che permette ad ogni essere umano di vivere pienamente la propria vita, da un punto di vista dei diritti, della dignità e della giustizia. La dignità umana quindi, alla luce di ciò, deve essere garantita dall’embrione fino all’ultimo respiro. Si pensi però che, ad oggi, sussistono diverse forme di violazione di quest’ultima, penso a coloro che non hanno un lavoro o lo perdono, chi subisce violenze o chi è costretto a lasciare la propria casa. Quindi, nel nostro tempo, la promozione della pace, è un dovere sempre più urgente, soprattutto per una realtà associativa come le Acli, le quali hanno a cuore la dignità della persona umana nella sua integralità.
Da sempre, ma in particolar modo da più di due anni a questa parte, con l’irrompere del conflitto in Ucraina dopo l’invasione russa e, dallo scorso 7 ottobre, con l’attacco terroristico di Hamas nei confronti di Israele e la successiva guerra, noi delle Acli ci siamo interrogati su come agire per favorire dei processi di pace. La risposta militare non può e non deve essere, l’unica opzione disponibile. Recentemente, in occasione della Pasqua, noi insieme ad altre realtà importanti del mondo cattolico, sociale e democratico italiano, come la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Azione Cattolica, l’Agesci, Pax Christi e il Movimento dei Focolari, abbiamo lanciato un messaggio di auguri, riprendendo una felice espressione di Papa Francesco rilasciata in un’intervista ad un media svizzero in cui ha esortato ad innalzare le bandiere bianche. Ciò significa lasciare spazio alla mediazione politica per giungere alla pace che, per tutti noi, è fondamentale. I morti in Ucraina, a causa della guerra, sono già 130 mila e altrettanti in Russia e a Gaza 30 mila. La maggior parte questi sono innocenti, tra cui minori e donne e bambini. Ci chiediamo ogni giorno quanto ancora dovrà essere grande l’orrore prima di fermare i combattimenti. Noi crediamo che, per la pace, si debba fare molto di più. L’associazionismo cattolico, su questo versante, può fare molto, attraverso riflessioni e manifestazioni di stimolo politico. Le Acli, inoltre, attraverso un’azione sociale, culturale, educativa e con i servizi, possono stimolare questo processo attraverso relazioni di pace quotidiane. Ridare un sorriso e una speranza alle persone che l’hanno persa, attraverso la partecipazione e la ricostruzione dei legami, significa stimolare la pacificazione e la fraternità.
Nel magistero di Papa Francesco è racchiusa un’indicazione programmatica straordinaria, non soltanto per coloro che sono credenti, ma per tutte le persone di buona volontà. Nelle parole del Santo Padre c’è un tracciato denso di speranza, molto lucido e concreto, rispetto al futuro dell’umanità, alla tutela della dignità e alla promozione della pace globale. Il nostro auspicio è di poter seguire questi insegnamenti, partendo dall’enciclica Laudato sì, che pone a tema la cura della “Casa comune”, passando per l’enciclica “Fratelli tutti”, la quale parla dell’amicizia sociale e della fraternità universale, ovvero un paradigma straordinario e alla “Laudate Deum”, che si focalizza sul tema dell’ecologia integrale e della cura dell’ambiente. L’antropologia cristiana vede la persona umana situata in un mondo ove tutto è connesso. Noi operiamo affinché, tutto ciò, diventi un cammino ecclesiale per tutta l’umanità.