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La comunità che tende la mano: l’esempio dell’emporio solidale di Mantova

La comunità che tende la mano: l’esempio dell’emporio solidale di Mantova

Articolo di Enrica Perini – Vice Presidente Acli Lombardia APS con delega allo Sviluppo Associativo, animazione di comunità, partecipazione e volontariato – ripreso da INTERRIS.IT a cura di Christian Cabello

L’esperienza di contrasto alla povertà alimentare messa in campo a Mantova attraverso l’Emporio Solidale di Comunità raccontata a Interris.it da Enrica Perini, vicepresidente delle Acli Lombardia e vicepresidente delle Acli provinciali di Mantova

Il tema della povertà alimentare rappresenta oggi uno dei problemi più gravi, ma al tempo stesso meno discussi, tra quelli che affliggono il nostro Paese. Anche se in pochi ne parlano sono infatti milioni i cittadini che, ogni giorno, non riescono a rispondere ad un bisogno essenziale in una delle Nazioni più avanzate al mondo.

L’esperienza di Mantova

Mantova, per dare una risposta concreta a coloro che stanno attraversando un periodo di vulnerabilità socioeconomica e dare un sostegno per la spesa riguardante prodotti alimentari, l’igiene della casa e della persona, è stata inaugurata la nuova sede dell’Emporio Solidale di Comunità. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato Enrica Perini, vicepresidente delle Acli Lombardia e vicepresidente delle Acli provinciali di Mantova con delega allo sviluppo associativo e al Patronato.

L’intervista

Vicepresidente Perini, quali sono le peculiarità del nuovo Emporio Solidale di Mantova?

“La peculiarità del nuovo Emporio solidale di Mantova è la continua progressione nell’interazione con il territorio in riguardo alle fragilità emergenti e, quindi, intende avere uno sguardo maggiore rispetto alla propria dimensione di rete di Ente del Terzo Settore, evolvendosi ed entrando nel gruppo di Empori del mantovano. C’è una connessione tra il nostro Emporio, costituito da ETS e gli altri, nati prevalentemente dentro una dimensione ecclesiale, ovvero dentro i centri di ascolto. Il tema comune della nostra opera è quello di mettere al centro la persona e i suoi bisogni, ognuno con le proprie diversità. L’obiettivo è quello di riuscire a dare un aiuto concreto a coloro che si trovano in difficoltà.”

In che modo, attraverso l’emporio solidale, vengono stimolati i valori della cittadinanza attiva e della fraternità?

“L’emporio solidale è un luogo dove non esiste il pregiudizio. I protagonisti sono le persone: ovvero coloro che arrivano qui indirizzate dai servizi sociali, i volontari – il braccio operativo di questa esperienza -, e i giovani che vi accedono attraverso i lavori socialmente utili. Il presupposto è quello di essere un luogo di accoglienza, fraternità, incontro e aiuto reciproco. Abbiamo inoltre visto delle belle esperienze di alcune persone che, da assistite, hanno deciso di diventare volontarie, mettendo a disposizione alcune ore per questo servizio, cogliendo l’importanza del valore del dono e dell’auto concreto al prossimo.”

Quali sono i vostri auspici per il futuro?

“Speriamo di poter contaminare altri territori con la nostra esperienza e di promuovere questa nuova modalità di aiuto, che non intende essere una forma di assistenzialismo, ma un tendere la mano a chi si trova in difficoltà temporanea e senza pregiudizi. Questo modello ha funzionato molto nella città di Mantova. Aver avuto la fiducia del Comune è testimonianza del fatto che è stata rilevata l’importanza di perseguire e sviluppare questa modalità di intervento”.

In che modo è possibile supportare la vostra azione?

“Chi desidera supportare l’azione dell’Emporio Solidale può promuoverla il più possibile all’interno del tessuto sociale e industriale e fare la propria parte. Recentemente, ad esempio, l’associazione dei piccoli industriali di Mantova, ci ha contattato e chiesto di interagire con noi per promuovere questa esperienza nelle loro aziende. Tutti possono contribuire: l’azienda alimentare, potrebbe decidere di donare alimenti prossimi alla scadenza oppure, una realtà operante in un altro settore, può decidere di destinare una quota per l’acquisto di generi alimentari attraverso il modello che, qualche anno fa, avevamo definito ‘Adotta uno scaffale’. Ciò rappresenta un’attenzione alla comunità territoriale ma anche un modo per dimostrare al mercato economico il valore del bilancio sociale, che costituisce un elemento importantissimo”.

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