In cammino con le ACLI nell’epoca della globalizzazione
Varcata la soglia del terzo millennio con la speranza di un mondo nuovo pacificato dopo le drammatiche devastazioni belliche e la ripresa del dialogo fra le grandi potenze per il superamento dagli anni della guerra fredda, l’umanità si è dovuta confrontare con altre emergenze e conflitti che hanno aperto nuovi scenari planetari, per l’emersione di continenti, nazioni e popoli che stanno conquistando spazi vitali nella storia dell’umanità in cammino.
La rivoluzione informatica e digitale che fa superare i confini e gli spazi, offrendo contemporaneamente, a tutti gli abitanti della terra, le immagini e le notizie degli avvenimenti quotidiani di ogni parte del globo, sta alimentando la consapevolezza del comune destino e costringe a prendere coscienza della necessità dell’impegno comune per la salvaguardia dell’ambiente, la lotta alla povertà, il diritto al lavoro, la condivisione e la solidarietà.
Papa Francesco, nel messaggio della Giornata mondiale della Pace, ha evidenziato nella fraternità e nella riconciliazione le dimensioni essenziali per la costruzione di una società in equilibrio fra libertà e giustizia, da fondare sulla dignità umana e sui diritti fondamentali, contrastando la mentalità dello scarto e la globalizzazione dell’indifferenza.
La crisi economica e l’ondata migratoria che hanno investito l’Europa e l’Italia interrogano le Istituzioni comunitarie, gli Stati, i partiti, i sindacati, le associazioni religiose, le forze sociali e i cittadini, sul futuro di una Unione europea multietnica e interculturale da costruire insieme con l’accoglienza, il ripensamento dei modelli di sviluppo e il cambiamento degli stili di vita.
Nella complessa realtà che stiamo affrontando, le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani, fondate settant’anni fa nell’immediato dopoguerra per collaborare alla ricostruzione morale e materiale della società italiana, possono continuare ad offrire il contributo della loro vocazione educativa e sociale, fondata sul Vangelo e sull’insegnamento della Chiesa, per la promozione e lo sviluppo integrale dei cittadini, nella convivenza fra le diverse etnie e culture.
Si tratta del mestiere delle ACLI che si è aggiornato strada facendo, alla luce degli insegnamenti del Concilio e delle Encicliche sociali, oltre che nel divenire delle stagioni politiche nazionali, per offrire ai giovani e ai lavoratori occasioni di emancipazione personale e comunitaria nei luoghi di lavoro e nei quartieri, con l’obiettivo dell’affermazione dei diritti di cittadinanza e dell’apertura degli spazi di partecipazione alla vita democratica.
Si potrebbe partire dai Circoli parrocchiali e territoriali alla riscoperta della passione per la formazione continua e la controinformazione, in dialogo e in dialettica con la comunità ecclesiale e la società civile, attraverso il coinvolgimento degli aclisti nelle varie iniziative pastorali e sociali alla ricerca di un bene comune condiviso.
Ma anche dalle mobilitazioni e dalle lotte per il cambiamento e le riforme che nello svolgimento della loro azione sociale le ACLI hanno sviluppato con le organizzazioni sindacali nella prospettiva del miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita del movimento operaio e delle famiglie popolari.
La centralità dei Circoli e degli iscritti è fondamentale nella rete e nel tessuto associativo per dare credibilità alle scelte provinciali e nazionali delle ACLI, che devono saper interpretare le esperienze locali in un progetto più vasto di azione per sviluppare la cultura della solidarietà e della giustizia sociale.
La proiezione all’estero del movimento aclista, per la creazione dei Circoli in altre nazioni europee, nel nord e sud America, in Africa e in Australia, al seguito delle comunità migranti italiane, si aggancia agli interventi, dall’Albania alla Palestina, di cooperazione allo sviluppo e di solidarietà alle popolazioni colpite dai conflitti, in sintonia con l’azione in Italia di accoglienza e di integrazione degli immigrati approdati da altri continenti.
La complessità delle vocazioni e dei mestieri delle ACLI, dalla testimonianza cristiana all’azione e all’impresa sociale, dalla formazione professionale alla cooperazione, dall’assistenza previdenziale alla consulenza fiscale, dal turismo allo sport, dall’ambiente al volontariato internazionale, dai giovani agli anziani, dall’ecumenismo al dialogo interreligioso, apre ampi spazi di impegno per attività e progetti di servizio alla promozione culturale e sociale dei cittadini.
La storia, l’attualità e l’apertura al futuro delle ACLI milanesi, nella prospettiva della creazione della Città metropolitana e dell’Esposizione universale, in dialogo e collaborazione con la comunità ecclesiale diocesana, ha radici profonde che risalgono alla nascita del cattolicesimo sociale e democratico e alle battaglie per rivendicare i diritti dei lavoratori e la giustizia sociale.
Da Leone XIII a Papa Francesco, il cammino è stato costellato da tragedie belliche e scontri sociali, ma il riferimento alla dottrina sociale della Chiesa e la fedeltà alla libertà e alla democrazia, ha consentito di non perdere la fede e di avanzare sulla strada della presa di coscienza per realizzare il bene comune.
Continuare a fare le ACLI, senza tentazioni autarchiche o di onnipotenza, è possibile se il rinnovamento e il rilancio si fondano sulla pluralità dialogante delle vocazioni personali e dei talenti di ognuno, da valorizzare camminando insieme per vincere la tendenza al disimpegno e all’individualismo.
Innamorarsi delle ACLI si può se l’esperienza viene vissuta come occasione di formazione permanente e di servizio disinteressato al prossimo, nella gratuità e nel dono di sé, con l’apertura a chi ci circonda, per superare diffidenze e appartenenze culturali, etniche e religiose, nella convivialità delle differenze.
Senza uscire di scena, gli anziani, che hanno vissuto gli anni del Concilio, delle lotte studentesche e operaie, del terrorismo, dei movimenti pacifisti, della cortina di ferro e del crollo del muro di Berlino, della costruzione dell’Unione europea, hanno già passato il testimone della staffetta intergenerazionale ai giovani aclisti impegnati in campo aperto per le imprese sociali, la difesa dell’ambiente e degli stili di vita, l’accoglienza e la condivisione nella società multietnica, la solidarietà internazionale, il dialogo ecumenico e interreligioso.
Dai campanili ai quartieri, l’azione delle ACLI si salda con la vasta rete delle iniziative delle comunità parrocchiali, delle associazioni di volontariato e delle organizzazioni sindacali e sociali, per offrire il contributo della vocazione cristiana alla costruzione di una società fondata sulla giustizia e sulla fraternità.
C’è la speranza che l’avventura delle ACLI nella Chiesa, fra i lavoratori e i cittadini, possa continuare a svilupparsi con l’ingresso delle nuove generazioni, sulla spinta di una eredità storica da riscoprire per aprire spazi al futuro.
Giovanni Garuti