Immigrati: tra realtà e percezione
[Daniele Rocchetti, delegato regionale alla vita cristiana]
Tra frasi ad effetto e realtà
Immigrati: tra realtà e percezione. In questi anni mi è capitato di scriverlo spesso a proposito di immigrazione: tra il percepito e il reale c’è di mezzo la retorica della paura. Che, in alcuni casi ben specifici, diventa, apertamente, la “fabbrica della paura”. In servizio permanente effettivo e che ha costruito una narrativa che ha alimentato, molte volte, la xenofobia di una parte – a volte consistente – degli italiani.
Basta poco. E si nutre di frasi ad effetto. “Gli immigrati sbarcano in numero sempre maggiore sulle nostre coste togliendo lavoro e risorse per il welfare agli italiani”. “Sono tutti africani e mussulmani”. “La maggioranza dei reati viene commesso da stranieri che, non a caso, riempiono le ‘nostre’ carceri”.
Niente di più falso. Basterebbe prendersi la briga e il tempo di leggere il Dossier Statistico sull’Immigrazione. L’hanno presentato, nelle scorse settimana, IDOS e la rivista e dal Centro Studi Confronti e dall’Istituto San Pio V. Una lettura istruttiva che – di fronte a dati certi e non contestabili – smonta una narrazione diffusa e aiuta a passare dal pregiudizio alla conoscenza. Non significa negare la complessità delle questioni in gioco, significa soltanto – e non è poco – attenersi ad alcuni dati di realtà. Li ha ricordati recentemente da Paolo Naso in un bell’articolo su Riforma, il settimanale delle chiese evangeliche battiste metodiste e valdesi.
E invece. Gli immigrati diminuiscono
Vediamoli in concreto. Primo dato. Contrariamente alla percezione più diffusa, gli immigrati in Italia sono stabili, anzi tendono a diminuire. Sembra impossibile a fronte delle continue immagini degli sbarchi e della retorica dell’invasione. Eppure, nel 2021 il numero degli immigrati è rimasto vicino ai cinque milioni, come ormai accade da anni.
Nessuna invasione. E comunque, sia detto per inciso, la popolazione italiana tende a diminuire, segnata da un calo demografico che a breve appare assai difficilmente reversibile. L’immigrazione bilancia una piramide demografica sempre più instabile.
Gli immigrati sono in maggioranza europei e lavorano più degli italiani
Secondo dato. Contrariamente alla percezione più diffusa, la quota maggioritaria degli immigrati non è africana ma europea e comprende il 49% del totale. Albania, Romania e Ucraina restano saldamente le provenienze più frequenti.
Terzo dato. Contrariamente alla percezione più diffusa, gli immigrati lavorano in percentuale superiore a quella degli italiani. Nonostante la pandemia e la crisi che ne è derivata, infatti, costituiscono il 10,2% della forza lavoro occupata. Il 10,2 a fronte del fatto che costituiscono l’8,4% della popolazione.
Gli immigrati sono in maggioranza cristiani
Quarto dato. Contrariamente alla percezione più diffusa, la criminalità tra gli stranieri non è in aumento ma in netta diminuzione. Se nel 2008 il tasso di presenza straniera nelle carceri era dello 0,7 nel 2020 è dello 0,34. Insomma, è sceso della metà.
Quinto dato. Contrariamente alla percezione più diffusa, gli immigrati sono in maggioranza cristiani. Nessuna islamizzazione, quindi. Siamo però di fronte a una diffusa islamofobia – anche istituzionale – che impedisce, a esempio, l’apertura di idonee sale di preghiera.
Tra i cristiani, gli ortodossi restano la comunità più numerosa, seguita dai cattolici e dai protestanti. I mussulmani – di cui tanto si teme l’invasione – rappresentano poco meno di un terzo della popolazione immigrata.
Insomma: la realtà dell’immigrazione è complessa e certo non facile da affrontare. Il fenomeno è sempre più strutturale e non congiunturale ma – per carità e soprattutto per verità – ragioniamo sui dati concreti. Davvero il problema è grave e semplice: Immigrati: tra realtà e percezione.
I problemi – che nessuno ignora – non si risolvono parlando alla pancia della gente. Ricordiamocelo quando vedremo il prossimo servizio al telegiornale.