Il ruolo degli insegnanti nella formazione delle giovani generazioni

Articolo di Bruno Di Giacomo Russo – componente di Presidenza Acli Lombardia APS con delega ai temi dell’educazione e formazione, riforme – ripreso da INTERRIS.IT a cura di Christian Cabello
Il ruolo degli insegnanti nella formazione delle giovani generazioni alla cittadinanza attiva e alla fraternità è di fondamentale importanza per la costruzione di una società più giusta, inclusiva e solidale. Gli educatori non si limitano a trasmettere conoscenze, ma sono chiamati a formare persone consapevoli dei propri diritti e doveri, capaci di partecipare attivamente alla vita democratica e di promuovere la cultura della solidarietà. Il concetto di cittadinanza attiva implica la capacità di impegnarsi in modo responsabile nella vita pubblica, influenzando le decisioni politiche e sociali, ma anche promuovendo l’uguaglianza, il rispetto e il bene comune. Gli insegnanti hanno il compito di aiutare gli studenti a comprendere i valori fondamentali della democrazia, come la libertà, la giustizia e l’uguaglianza, ma anche di stimolare la riflessione sulle disuguaglianze sociali, sul rispetto delle differenze e sul senso di responsabilità verso gli altri.
In questo contesto, il concetto di fraternità diventa un valore imprescindibile. La stessa implica il riconoscimento dell’altro come pari, la promozione della solidarietà e dell’inclusione, e il superamento delle barriere che separano le persone. Gli insegnanti possono educare alla fraternità attraverso pratiche quotidiane di ascolto, comprensione e condivisione, facendo in modo che ogni studente si senta parte di una comunità unita e rispettosa delle diversità. Un esempio illuminante di educazione alla cittadinanza e alla fraternità è offerto da don Lorenzo Milani, sacerdote e educatore italiano, che ha dedicato la sua vita alla formazione dei giovani nelle scuole di Barbiana. Egli ha posto al centro della sua pedagogia l’educazione alla giustizia sociale, considerandola come un aspetto fondamentale della cittadinanza attiva. Nella sua opera significativamente intitolata “Lettera a una professoressa”, denuncia l’ingiustizia educativa che, a quel tempo, discriminava i più poveri e, di conseguenza, invitava gli insegnanti a non limitarsi a trasmettere nozioni, ma a stimolare negli alunni una coscienza critica e sociale, affinché possano diventare cittadini consapevoli e impegnati. Milani sosteneva che la scuola deve essere un luogo dove si insegnano non solo le materie tradizionali, ma anche i valori di solidarietà, uguaglianza e fratellanza, attraverso l’esempio e l’azione concreta.
Gli insegnanti, quindi, sono protagonisti nella formazione di giovani cittadini attivi, responsabili e solidali. La loro funzione non si limita all’insegnamento delle materie scolastiche, ma si estende alla promozione di una cittadinanza consapevole, alla difesa dei diritti umani e alla costruzione di una società più giusta e fraterna. La lezione di don Lorenzo Milani, pertanto, costituisce un modello virtuoso da seguire, invitando ogni educatore a guardare oltre il programma scolastico e a coltivare il cuore e la mente degli studenti in una visione di giustizia e fratellanza essenziale per lenire le fragilità emergenti del nostro tempo e tendere al bene comune.