Europe, Italy, Milan, Via Bernardino Luini, 5
+39.02.86.99.56.18
segreteria@aclilombardia.it

I preti giovani, la Chiesa, il presente che fa paura. Dibattito/01

I preti giovani, la Chiesa, il presente che fa paura. Dibattito/01

[di Daniele Rocchetti, delegato regionale alla vita cristiana]

L’articolo apparso settimana scorsa e relativo alla rigidità di alcuni preti giovani ha suscitato notevole discussione. Mi hanno scritto in molti, sia preti che laici. Don Matteo Cella ha risposto direttamente sul blog. In questo numero e nel prossimo riporto solo alcune delle riflessioni giunte. E ogni volta in fondo al testo troverete un ultimo commento scritto da amici laici “sulla soglia”. Un modo, forse provocatorio, per guardare le cose da un altro punto di vista.    

  • Lo stile di tanti preti giovani è lo stesso di tanti laici. Condivido ciò che hai scritto. La cosa che mi lascia più perplesso è che lo stile di chiesa che questi preti perseguono è lo stesso che è perseguito e ricercato pure da tanti laici. Questi preti ci consegnano una chiesa che pare avere ancora un grande seguito. Basta vedere anche come su L’Eco di Bergamo vengono continuamente presentate attività ecclesiali tradizionali che richiamano quello stile. Penso a benedizione di gole, animali, trattori, processioni sempre più pompose… e in parrocchia ho molte critiche quando non promuovo questo tipo di religiosità… Alcune volte, ti confesso, penso di essere io fuori dal mondo…  
  • Papa Francesco urta perché troppo avanti e troppo concreto. Il mio mondo, i preti, perde in continuazione occasioni di incontro con l’umanità, ed ora mi sembra fuori onda in modo preoccupante. Se non fosse perché credo nello Spirito Santo, direi che siamo oltre la frutta! Io, colpevolmente, non coltivo più grandi relazioni tra confratelli e il mondo dei preti giovani mi è completamente sconosciuto. Ricordando il trascorso in seminario mi torna chiaro un motivo che ritenevo fosse responsabile della distanza tra formazione e preparazione pastorale: il percorso formativo era molto curato e, forse, molto avanti. Solo che si scontrava con la concretezza della organizzazione mentale del prete in parrocchia che spessissimo smontava con banale superficialità tutto ciò che non aveva una ricaduta operativa (e di immediato successo numerico) come inutile e lontano dalla realtà. Così, dalla realtà siamo usciti con conseguenze che tentiamo di curare con il classico paternalismo e pressapochismo pretesco. In breve: non si può pretendere che il lavoro formativo sia solo negli anni del seminario e poi… c’è la verità!
  • Quindi siamo arrivati a dover misurare distanze siderali tra la Bella Notizia e la vita concreta. Ovvio che Papa Francesco urti: è troppo avanti e troppo concreto e troppo spirituale: noi, come tutta la società, abbiamo un po’ smarrito il valore spirituale nel senso più nobile e laico del termine. Quando ho visto i primi passi di Papa Francesco mi sono detto con ammirata sorpresa: caspita come sono e siamo diventati vecchi noi preti! Mi è capitato di leggere alcuni stralci dell’intervento di Dianich, penso al recente convegno sulla formazione permanente del clero, che notava come la formazione permanente del clero, pressocché inesistente, sia responsabile di tante cose. Mi trovo pienamente d’accordo, anche perché formazione non è operazione meramente azione di astrazione informativa. Ma questo farebbe girare un altro film!  
  • E loro, i preti giovani, come la pensano? Il mio punto di vista deriva inevitabilmente dall’aver vissuto per anni coi giovani che ora sono i giovani preti che vengono citati in forma generica nel tuo articolo. Sono storie, nomi, gioie e fatiche che ho avuto la possibilità di rileggere con loro nella pazienza dei giorni. Non ho trovato, in questi (pochi) anni di ministero a servizio della formazione, situazioni differenti rispetto a quelle che conoscevo da seminarista.
  • Quello che è radicalmente cambiata è l’esposizione che certi atteggiamenti hanno adesso nel presbiterio. La dinamica dei social rende tutto più visibile. Porta anche le polarizzazioni a confrontarsi solo con chi già la pensa come sé. I social sono divisivi, funzionano perché espongono i narcisismi personali, a volte pure caricati dalle migliori intenzioni evangelizzatrici. Con questo non voglio giustificare atteggiamenti eccessivamente legati a una forma di fuga dalla complessità del tempo presente. Credo che la domanda che manca al tuo articolo, però, è quella che si dovrebbe rivolgere a qualcuno di questi sacerdoti, fatta in dialogo fraterno, col desiderio di capire una realtà che non ci appartiene. Se il discrimine è l’atteggiamento esteriore (paramenti e compagnia) allora non si sta guardando al cuore di questi ragazzi. Può essere che questo sguardo ci deluda, ma sento che nessun giudizio o parere o percezione possa essere autentico se ci si limita a un’analisi “esteriore”. 
  • Si tratta di una forma di autismo ecclesiastico. Si tratta di preti giovani dentro una chiesa vecchia. La loro esistenza sarebbe oggettivamente insostenibile senza assumere questa rigidità che esclude la vita. Una forma di autismo che è chiusura non solo verso l’esterno ma anche verso gli stimoli che la natura e la dimensione relazionale dell’umano presentano. La Chiesa in uscita deve intendersi non tanto in una modalità di apertura all’esterno, ma di liberazione dall’interno. Oggi la Chiesa molto spesso non è una proposta liberante… Vive sostanzialmente di sensi di colpa, precetti morali ed ataviche paure.
  • Poi ci sono esperienze personali di vita cristiana che restano divergenti e significative ma che appunto sono marginali e quindi non sono caratterizzanti la proposta istituzionale. Oggi le persone rischiano di sperimentare della proposta cristiana la gabbia dentro la quale vedono imprigionati quei giovani preti assediati da paure e rabbiosi verso chi volesse disvelare le vere ragioni della loro sofferenza. In questo contesto credo che sia comprensibile e corrisponda a sanità mentale stare alla larga da questa Chiesa. Però un piccolo gregge troverà altre strade per ridare forme nuove e restituire vita in abbondanza.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Skip to content