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Economia e welfare, attualità e prospettive della Lombardia

Economia e welfare, attualità e prospettive della Lombardia

Articolo di Martino Troncatti – Presidente Acli Lombardia APS – ripreso da INTERRIS.IT a cura di Christian Cabello

Le fragilità sociali emergenti in Lombardia sono un fenomeno complesso e in continua evoluzione, che riflette le dinamiche socioeconomiche, politiche e demografiche della regione. La Lombardia, una delle aree più sviluppate e industrializzate d’Italia, sta vivendo un progressivo cambiamento nelle sue strutture sociali, con l’emergere di nuove vulnerabilità legate a diverse cause. Tra i fattori principali si annoverano la crescente disuguaglianza economica, l’invecchiamento della popolazione, l’emergere di nuove forme di povertà, la precarizzazione del lavoro e le difficoltà di accesso ai servizi di welfare. Questi aspetti creano un panorama in cui molte persone, soprattutto nelle aree più periferiche e nei contesti urbani a forte concentrazione di immigrati, vivono situazioni di emarginazione e isolamento sociale.

Il report Over

Al fine di analizzare nel dettaglio la situazione economica e sociale dei cittadini lombardi, le ACLI Lombardia APS e l’Istituto di Ricerca Sociale, hanno dato vita a OVeR, ovvero l’Osservatorio Vulnerabilità e Resilienza il quale, ogni anno, pubblica uno specifico report sul tema. Interris.it, in merito ai primi dati emersi nell’ultima ricerca, ha intervistato il dott. Martino Troncatti, presidente delle Acli regionali della Lombardia.

L’intervista

Presidente Troncatti, quali sono i dati emersi dal report Over in merito alla situazione sociale dei cittadini residenti in Lombardia?

“È necessario premettere che, purtroppo, disuguaglianze, impoverimento e vulnerabilità sociale, impattano nei diversi contesti territoriali, tra cui anche quelli tradizionalmente ritenuti più benestanti come la Lombardia. In particolare, occorre sottolineare che, negli ultimi anni, sono progressivamente emerse nuove forme di fragilità sociale, tra cui l’aumento delle disparità tra ricchi e poveri, tutelati e precari, strutturati e vulnerabili. A ciò occorre aggiungere il progressivo assottigliamento del ceto medio, per cui molte scelte di vita come ad esempio comprare casa, avere figli e prendersi cura dei propri cari in difficoltà diventano sempre più complesse o impattanti, in correlazione alle crescenti difficoltà nell’accesso ai servizi di welfare come la sanità, il sociale e istruzione a cui, purtroppo, sta corrispondendo un progressivo arretramento nella fruizione dei diritti”.

Cosa ci dicono i dati sotto il profilo reddituale?

“Dalle prime elaborazioni dei dichiarativi dell’anno 2024 è emerso che, il reddito equivalente a valore costante, che permette di considerare l’impatto della situazione familiare e dell’inflazione, ha fatto segnare una diminuzione del 4,6% nel quinquennio, ossia una sostanziale perdita di potere d’acquisto delle famiglie da noi incontrate. Nel periodo considerato sono inoltre leggermente aumentate le disuguaglianze tra più e meno ricchi. In correlazione a ciò, inoltre, sono state evidenziate importanti differenze territoriali: basti pensare che, Milano, spicca per un reddito pro-capite più elevato, pari a 30.222 euro quello nominale, 21.581 euro quello equivalente a valore costante, ma anche per le diseguaglianze emergenti più spiccate.”

Alla luce dei dati emersi, quali sono i vostri desideri e il vostro impegno per il futuro?

“I dati emersi ci mettono di fronte alla necessità di provvedimenti strutturali volti alla valorizzazione della dignità del lavoro, attraverso contratti e stipendi congrui, e contribuendo alla ricostruzione di un sistema di welfare che si occupi prima di tutto degli ultimi. Attraverso gli insegnamenti del cristianesimo sociale posti a fondamento della nostra organizzazione abbiamo il dovere di supportare e tendere la mano a tutti coloro che si trovano in condizioni di fragilità, applicando concretamente il valore che, con assoluta lungimiranza, Papa Francesco ha definito ‘fraternità concreta’”.

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