Don Milani: la centralità dell’educazione che unisce e include
La conoscenza non è soltanto un diritto di tutti ma anche uno strumento per il pieno sviluppo della personalità umana
Articolo di Martino Troncatti
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pochi mesi fa, in occasione della cerimonia per celebrare i cento anni di don Lorenzo Milani, ci ha ricordato che egli è stato “un testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo.
Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana”.
Queste parole, nell’epoca in cui viviamo, connotata dall’emergere di diverse forme di nuove povertà, tra cui quella educativa, assumono una rilevanza ancora più grande, che richiama la dimensione etica dell’educazione, un aspetto fondamentale dell’azione inclusiva di don Milani.
Egli è stato un sacerdote che si è distinto per il suo forte impegno sociale e politico. Ha operato con grande dedizione per migliorare le condizioni di vita dei più emarginati e svantaggiati, in particolare i contadini e i braccianti nella zona della Val di Sieve in Toscana.
La sua attività, pertanto, non si limitava solamente alla predicazione religiosa, ma si estendeva all’azione concreta per la giustizia sociale, esemplificata attraverso un nuovo modello di educazione e di studio per i giovani presso la “Scuola della Barbiana”.
La sua tesi e l’azione della Barbiana si basano su due pilastri irrinunciabili: la fiducia nelle persone e la forza della parola. Quest’ultima, citata nella “Lettera ad una professoressa”, è innanzitutto quella di Dio pronunciata nel cuore di ogni uomo, che non può e non deve mai essere taciuta perché significherebbe sprecare una risorsa preziosa.
Esprimere la parola quindi, per don Lorenzo Milani, indica la partecipazione di tutti ad un’educazione attiva, in grado di mettere sempre la persona al centro dell’azione didattica, valorizzandone attitudini e inclinazioni.
Oggi, in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, l’’abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni è del 13,6 per cento per i ragazzi e del 9,1 per cento per le ragazze, con una differenza, rispettivamente, di +2,5 e +1,1 punti rispetto ai valori medi dell’Unione Europea. Alla luce di questi preoccupanti dati occorre che, la scuola nel suo complesso, in sinergia con le altre istituzioni educative, traendo spunto dagli insegnamenti di don Lorenzo Milani, risponda in maniera adeguata alle sfide educative che il nostro tempo ci pone attraverso il varo di nuove tipologie di didattica inclusiva ed educazione all’impegno sociale nell’accezione più elevata del termine.
Questi elementi ci hanno portato a dar vita, insieme alla Commissione Legalità del Centro Internazionale Insubrico (Università degli Studi dell’Insubria), LIBERA sezione Varese e la Fondazione La Sorgente con il patrocinio della Fondazione don Lorenzo Milani, presieduto dall’ex allievo Agostino Burberi, e del Comitato scientifico per il Centenario di don Lorenzo Milani, a due giornate di confronto sull’attualità della figura di don Milani che, il prossimo 2 e 3 novembre, dalle ore 9:30, vedranno la partecipazione di numerosi esperti.
In questo incontro si parlerà del significato più profondo dell’”I Care” e della necessità di prendersi cura delle nuove fragilità per creare i presupposti di un futuro migliore, alla cui base ci deve essere l’educazione come strumento di emancipazione, trasformazione sociale e argine nei confronti delle fragilità emergenti.