Domenica 9 ottobre 2022
XXVIII domenica del Tempo ordinario
Lc 17,11-19
Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
COMMENTO DI DON ANDREA DEL GIORGIO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI SONDRIO
Una parentesi che può cambiare tutta la vita
Che cosa accomuna i dieci lebbrosi e Naaman il siro? Il fatto che a tutti e undici è capitata una malattia. È una malattia che, fin che dura, trasforma la persona in una etichetta. Non conta più il denaro, non conta più la posizione professionale, non contano più le competenze, la famiglia, le tradizioni osservate. Uguali, il comandante del re di Aram, il samaritano e i nove pii israeliti. La lunga malattia, finché dura, crea una parentesi che, nel sistema sociale in cui vive Gesù, annulla tutte le differenze, facendo degli undici solo dei malati.
Gesù ed Eliseo, prima ancora di operare una guarigione, tolgono uno stigma, una emarginazione. Chiudono la parentesi della malattia e della necessità di regole e limiti. Di un modo di vita che emargina dalla società e dalla vita, qualunque posizione si occupi. Ed essere solo un malato di lebbra. Quanto sia attuale, e sempre più sarà attuale, questa condizione lo vediamo nel mondo di oggi, dove una volta aperta (a volte per sempre) la parentesi della malattia, dell’anzianità o semplicemente della pensione, diventa difficile non essere “solo” un malato, un anziano, un pensionato.
Che cosa differenzia i nove lebbrosi, il samaritano e Naaman il siro? Il fatto che il samaritano e Naaman il siro, accettano che la propria vita si evolva per sempre, grazie alla fede, al rapporto con Gesù ed Eliseo, o meglio con Dio Padre. Invece i nove pii israeliti considereranno quella della malattia una brutta parentesi da chiudere il più presto possibile. Se senza cambiare nulla della vita che facevano prima del contagio. Osservando le stesse tradizioni, facendo la stessa vita di famiglia, esercitando la stessa professione. E cancellando dalla propria vita, il più presto possibile, perfino il proprio guaritore.