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Domenica 8 gennaio 2023

Domenica 8 gennaio 2023

Battesimo del Signore

Mt 3, 13-17


Dal Vangelo secondo Matteo

COMMENTO DI DON CRISTIANO RE, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI BERGAMO

Forse ci siamo abituati a questa immagine del battesimo del Signore vista dipinta in quasi tutte le nostre chiese, incontrata al battesimo e agli itinerari di catechismo dei nostri figli e nipoti, magari anche rimpicciolita dentro a un sacramento divenuto passaggio rituale che in qualche modo appartiene a noi cristiani, ma che certo non sa più essere quello che realmente è. Ci fa bene ritornare su tutto questo per rinfrescarci la memoria, meglio per fare memoria e alimentare la fiamma dello spirito che ci rende uomini cristiani appassionati. Rincontriamo Giovanni Battista, vestito da una pelle di animale, i fianchi cinti da un pezzo di corda, mentre immerge nel Giordano quanti vengono da lui in modo variegato e numeroso, giunti per farsi battezzare, per lavare via la vita che uno non vorrebbe e irrorare la vita che invece si desidera, perché questa possa crescere, per dissetare la sete infinita di senso e di Dio. È un gesto tutt’altro che rituale, e richiede grande presenza e coinvolgimento. 

A un certo punto, guardando i volti, al di sopra del mormorio della gente che prega, piange o chiede perdono, Giovanni vede Gesù. È in fila come tutti. Me lo immagino con la tunica arrotolata sui fianchi mentre aspetta di essere battezzato. Non fatico a capire lo smarrimento di Giovanni: non può essere! 

Giovanni, che ha speso la sua vita per la causa di Dio, ha predicato e detto quello che doveva dire senza peli sulla lingua, si è messo nei guai in vista dell’incontro col grande Messia, adesso se lo trova davanti, non per insegnare, non per benedire, non per manifestare la sua vera natura, non per prendere a vergate i peccatori, ma per farsi battezzare come ogni pover’uomo. 

Tante volte desidero un incontro vero con Dio, trovare le condizioni per stare un po’ bene, per guardare la bellezza che passa nella mia vita, e poi, sul più bello, stento a riconoscerle perché sono diverse da come le pensavo. 

Bisogna stare attenti! A volte abbiamo uno sguardo religioso talmente anestetizzato che non riusciamo più a cogliere la novità, la sorpresa e lo scandalo di come Dio decide di darsi a noi. 

Giovanni si appella alla sua piccolezza davanti al figlio di Dio. Richiama la scala gerarchica dei ruoli e delle competenze. Lui che era solo voce nel deserto, che ha bisogno di Dio, che diventa portatore di Dio, si trova improvvisamente con le parti scambiate. “Sei tu che devi battezzare me…!”  

È un’immagine bellissima che davvero riguarda una possibilità allargata ed estesa a ognuno di noi.  Miseri e bisognosi del dono di Dio, ma resi capaci da lui di saperlo portare e donare ai nostri fratelli. Resi capaci di “mettere al mondo Dio” di “dare alla luce Dio” come questo tempo di Natale ci ha insegnato. 

 

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