Domenica 8 agosto
XIX domenica del tempo ordinario
(Gv 6, 41-51)
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
COMMENTO DI DON GIAMPAOLO ROMANO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI COMO
BISOGNEREBBE AVER FAME DI DIO
È bastato davvero poco per cambiare opinione su Gesù. Quell’uomo che aveva già mostrato le sue doti sfamando tanta gente, che prometteva bene al punto da volerlo come re, delude le folle e ora anche i capi religiosi. Sorge la mormorazione, ben conosciuta nella storia biblica: come nel deserto il popolo mormora contro Mosè, dubitando dell’origine divina della sua azione e rimpiangendo il cibo di cui disponeva mentre era schiavo, così ora viene respinto Gesù, “pane disceso dal cielo”, preferendogli quel cibo materiale che egli stesso aveva procurato per tutti in abbondanza e mettendo in discussione le sue pretese messianiche.
Gesù afferma la sua origine divina e il suo essere portatore di salvezza, mentre i religiosi continuano a vedere in lui il figlio di Giuseppe, uno di cui si conoscono padre e madre: la sua umanità diventa ostacolo e limite per riconoscerne la divinità. E Gesù implicitamente lascia intendere che il suo rifiuto è conseguenza del non aver ascoltato il Padre e del non aver imparato da Lui. C’era tanto buon senso ed equilibrio nelle esigenze e nelle osservazioni della folla e dei capi, ma un Dio che muore in croce probabilmente non cerca anzitutto buon senso ed equilibrio.
Quante volte la conoscenza che presumiamo di avere ci rende incapaci di lasciarci sorprendere dalle novità della vita! Quante volte anche per noi la troppa umanità di fratelli e sorelle è inconsapevole ostacolo per riconoscere Dio! Quante volte, concentrandoci sulle nostre domande, sbagliate, abbiamo trascurato le risposte, altre, di Dio! Torna alla mente Bonhoeffer, con quel Dio che non esaudisce ogni nostra richiesta, ma compie ogni sua promessa.
Abbiamo ascoltato e imparato poco. E forse anche noi abbiamo troppa fame di noi stessi, quando bisognerebbe aver fame di Dio.