Domenica 4 agosto
XIX domenica del Tempo ordinario
Gv 6, 24-35
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”.
Gesù rispose loro: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.
Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Gesù rispose loro: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”.
Allora gli dissero: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo””. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.
COMMENTO DI DON ANTONIO AGNELLI, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI CREMONA
Domenica scorsa, l’evangelista Giovanni ha raccontato l’episodio della folla sfamata da Gesù, attraverso un gesto di condivisione, invitando i credenti a realizzare la logica del dono e non del possesso delle cose materiali. Il testo odierno approfondisce il gesto compiuto dal Signore, attraverso le sue stesse parole. Una catechesi prolungata sul significato del segno e di chi lo ha realizzato. Le azioni del Signore rivelano l’amore gratuito di Dio. Tutto il passo è incentrato sul tema delle opere. La gente cerca Gesù ma il Signore desidera che essa comprenda la totalità del suo messaggio in cui Dio, il Padre ha posto il suo sigillo. Il popolo si mostra disponibile a questo insegnamento. Inizialmente la gente può aver seguito Gesù solo perché egli dava il cibo di cui poteva nutrirsi; tuttavia, sembra disposta a fare le opere volute da Dio. Gesù insegna che esse debbono iniziare dal riconoscere in lui l’inviato di Dio. Questa è l’opera che Dio desidera: la fede in Cristo; da essa le altre opere ricevono il loro significato. Per questo il Signore si manifesta come il pane della vita, di tutta la vita. La manna del deserto che aveva nutrito il popolo pellegrinante, il cibo ricevuto dalle mani di Gesù, sono opere, segni che rivelano il pane unico che dà la vita al mondo. Dobbiamo credere in lui.
Come viviamo la nostra fede nel Cristo vivente? Solo a livello emotivo, devozionale? Sappiamo nutrire la nostra fiducia in lui con i sacramenti, l’ascolto e l’approfondimento della sua parola? Cerchiamo spazi di silenzio per ascoltare la voce del Signore nella profondità del nostro essere?
Se non nutriamo la nostra fede in comunione con Cristo, essa si esaurirà, diventerà un elemento esteriore, non in grado di sostenere una testimonianza cristiana coraggiosa e profetica.