Domenica 30 ottobre 2022
XXXI domenica del Tempo ordinario
Lc 19, 1-10
Dal Vangelo secondo Luca
COMMENTO DI DON ANDREA DEL GIORGIO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI SONDRIO
La relazione con Gesù cambia la vita
Colpisce nell’esordio del breve episodio di Zaccheo il contrasto tra il contesto storico geografico
solenne e il ritratto tra l’umoristico e il sarcastico del capo dei pubblicani. Gesù percorre la fase
finale del suo viaggio e attraversa Gerico, l’antica città a 250 metri sotto il livello del mare, il luogo
abitato più basso della terra, là dove la strada per Gerusalemme svolta e sale verso la drammatica
conclusione del viaggio. Zaccheo è descritto con gli occhi degli abitanti di Gerico, quasi preso in
giro: un personaggio contemporaneamente temuto a causa della sua ricchezza e dei suoi traffici e
deriso, usando come pretesto la sua statura. Il significato del nome proprio doveva probabilmente
suscitare ancora più ilarità considerato il personaggio losco. Infatti Zaccheo significa “puro” o
“innocente”.
Il vangelo ce lo descrive nell’atto di appropriarsi di un posto per soddisfare quella che può sembrare
una curiosità o il frivolo desiderio di essere presente ad un evento. Colpisce l’atteggiamento:
Zaccheo, probabilmente in vesti preziose, si mette a correre sulle sue corte gambe e per vedere Gesù
passare si arrampica su un albero.
Gesù, in contrasto alla precedente fretta di attraversare Gerico per proseguire verso Gerusalemme,
rivolge lo sguardo e la parola a Zaccheo. E gli prospetta addirittura l’onore di fermarsi a casa sua,
provocando la sua grande gioia (in contrasto con la tristezza del cosiddetto “giovane ricco” di
qualche capitolo prima).
Gesù rischia molto nel relazionarsi in quel modo con lui. Lo capiamo dalle mormorazioni della
gente di Gerico. Eppure la sua visita cambia la vita di Zaccheo. Senza che il primo approccio sia
stato un rimprovero. Ma solo relazione. Amicizia