Domenica 29 gennaio
IV domenica del Tempo ordinario
Mt 5,1-12
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
COMMENTO DI DON ALESSANDRO FRANZONI, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI MANTOVA
“Beati gli operatori di pace”
Il Vangelo di questa domenica ci presenta il famoso testo delle beatitudini matteane, in cui Gesù annuncia il manifesto del Regno di Dio. Nel Vangelo di Matteo Gesù è visto come il nuovo Mosè: come quest’ultimo sale sul monte e riceve le Tavole della Legge, così Gesù sul monte annuncia la nuova legge del Regno, inaugurata con le beatitudini.
Queste sono otto più una che fa da conclusione. Otto è un numero simbolico molto forte: l’ottavo giorno, dopo i sette della creazione, è il giorno del compimento, il tempo senza più tempo.
Vogliamo sottolineare tre di queste beatitudini in quanto ci sembrano degne di nota in questo tempo o significative per la comprensione di tutto il testo.
La prima, “beati i poveri in spirito”. I poveri in spirito sono coloro che, inseriti nella tradizione dell’Antico testamento, gli anawim (i poveri), hanno un cuore così distaccato dalle cose del mondo che essi sono in grado di confidare solo e totalmente in Dio. Di essi è il regno dei cieli.
In secondo luogo degna di nota è la settima beatitudine, “beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio”. In questo tempo caratterizzato più che mai dalle tensioni internazionali e dalla guerra in Ucraina, i cristiani sono chiamati non solo a sperare, ma a desiderare e a costruire la pace, che è sempre la via più difficile da seguire ma l’unica capace di rispettare in profondità la dignità umana, quella appunto di figli di Dio e quindi di fratelli.