Domenica 20 febbraio 2022
VII domenica del Tempo Ordinario
Lc 6, 27-38
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
COMMENTO DI DON ANDREA DEL GIORGIO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI SONDRIO
Entriamo, con il vangelo di questa domenica, nel discorso della pianura così come è riportato da Luca. Questo ampio brano contiene anche la chiave di lettura di tutto il discorso: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». La frase ricalca il detto contenuto in Lv 19,2: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo». Da notare inoltre come illumini e viceversa riceva luce dalla versione di Matteo che nello stesso punto riporta: «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». La prospettiva che ne esce è innanzitutto la misura della morale cristiana: il discorso non è una serie di regole o di auspici e provocazioni ideali poco praticabili, ma è vera e propria rivelazione del volto del Padre. Inoltre mostra come la differenza (“santo” significa differente) e la pienezza (“perfezione” o compimento) del Padre consiste nella misericordia, il modo di amare specifico di Dio. Il discepolo con le sue forze e la sua buona volontà non sarebbe in grado di amare così se non per partecipazione e dono dell’amore del Padre. Ecco che l’amore e la preghiera per il nemico, la non violenza, la gratuità, il perdono non rimangono indicazioni utopiche ed estreme per i santi di altre epoche, ma rappresentano la “differenza cristiana” che anima e rappresenta la riserva di speranza per il mondo. Non sarà l’ennesimo tentativo di costruire una società cristiana basata sui valori della dottrina o la creazione di un mondo parallelo di strutture etichettate come cattoliche a rendere migliori e più evangeliche le vite degli uomini sulla terra. Sarà la misericordia del Padre partecipata e annunciata dalla “differenza cristiana”, spesso nascosta, dei discepoli che amano e pregano per il nemico, che vivono orientati dalla gratuità e dal perdono e rifiutando la violenza.