Europe, Italy, Milan, Via Bernardino Luini, 5
+39.02.86.99.56.18
segreteria@aclilombardia.it

Domenica 17 luglio 2022

Domenica 17 luglio 2022

XVI domenica tempo ordinario

Lc 10,38-42

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

COMMENTO DI DON FRANCO TASSONE, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI PAVIA

Il testo del Vangelo di questa domenica narra la visita di Gesù a casa di Marta e Maria. Gesù dice a Marta: “Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta!” Lungo i secoli, molte volte queste parole sono state interpretate come se fosse una conferma da parte di Gesù del fatto che la vita contemplativa nascosta nei monasteri è migliore e più sublime della vita attiva di coloro che si adoperano nel campo dell’evangelizzazione e del sociale. Questa interpretazione non è molto corretta, poiché manca di fondamento nel testo. Per capire il significato di queste parole di Gesù (e di qualsiasi parola) è importante prendere in considerazione il contesto, sia il contesto del vangelo di Luca, come pure il contesto più ampio dell’opera degli Atti degli Apostoli. Prima di verificare il contesto più ampio degli Atti degli Apostoli, cerchiamo di gettare uno sguardo al testo in sé e di vedere come è collocato nel contesto immediato del vangelo di Luca. Durante la lettura, cerca di sentirti presente nella casa di Marta e di sentirti vicino all’ambiente e alla portata delle parole di Gesù, non solo all’udito di Marta, ma anche all’udito delle comunità per cui Luca scriveva il suo vangelo e al nostro udito, di noi che oggi ascoltiamo queste parole così ispiratrici di Gesù. Mettiamo dentro gli affanni della Chiesa e del mondo, delle persone che accogliamo e che serviamo, che intercettiamo nei circoli e nelle assemblee, nei Caf e nei dibattiti. Nelle nostre realtà il tema non è più contemplazione o servizio, non ci accapigliamo per le questioni di vita attiva e passiva, forse non leggiamo più neanche testi di spiritualità e di mistica. Infatti non abbiamo sindaci del livello di La Pira, pensatori come Dossetti, politici come Moro o docenti come Bachelet (già Vice presidente del CSM). Tornare a respirare l’aria di impegno, magari focoso e intrepido dell’epoca delle Fondazioni dei movimenti operai, della nascita della Dottrina Sociale della Chiesa della presenza autorevole nei dibattiti sul lavoro e la famiglia. Troppa ansia di mantenere le posizioni e non di attivare processi educativi e di promozione della dignità. Gesù non vuole cancellare il fare di Maria, ma vuole che esso si purifichi nella contemplazione, che ritrovi cioè il proprio punto focale. Quello che capita spesso anche nella nostra vita, è avere moltissime cose da fare ma non riuscire più a fare la differenza tra ciò che è urgente e ciò che è essenziale. Viviamo inseguendo le urgenze, e ci perdiamo ciò per cui vale la pena vivere. I contemplativi non sono quelli che non fanno niente, ma sono quelli che tentano di difendere con tutte le loro forze il primato di ciò che è essenziale contro tutte le pressanti richieste delle urgenze della vita che vorrebbero tirarci sempre a destra e a manca. In questo senso un po’ più di contemplazione cambierebbe il mondo.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Skip to content