Domenica 15 gennaio 2023
II domenica del Tempo ordinario
Gv 1,29-34
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
COMMENTO DI DON ALESSANDRO FRANZONI, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI MANTOVA
“Ho visto e ho testimoniato”
Le parole che il prete pronuncia nella preghiera eucaristica elevando il corpo di Cristo: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo”, sono le stesse che usa Giovanni Battista quando incontra Gesù venire verso di lui e che sono riportate nella scena del Vangelo di questa domenica. Giovanni riporta come impressa con chiarezza nella sua mente la scena in cui ha battezzato Gesù: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui” (Gv 1,32). Ma sono le parole finali del Battista a costituire l’apice del Vangelo di oggi, come una sorta di professione di fede: “E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv 1,34).
Ho visto e ho testimoniato.
Il verbo “vedere”, all’interno del quarto Vangelo, ha un significato ben più profondo di quello letterale. Esso significa “fare esperienza”. Il Battista ha fatto esperienza di Gesù e probabilmente questa è ancor più ricca di quanto gli evangelisti riportino come i momenti fondamentali. Egli lo ha “incontrato” quando ancora entrambi erano nella pancia delle rispettive madri, nel mistero della visitazione (Lc 1,44); egli lo atteso come il Messia, lo ha riconosciuto come colui che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29), lo ha addirittura messo in discussione quando era in carcere (“Sei tu che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” Mt 11,3), come quando ci si sente delusi da una persona cara verso la quale si nutrivano grandi aspettative; tutti segni di un rapporto stretto tra lui e Gesù. L’invito di questo Vangelo è quindi, anche per il lettore, a fare esperienza del Signore, a lasciarlo entrare nella sua vita attraverso la Parola, l’Eucaristia, l’incontro coi poveri che testimoniano il volto di Cristo.
Ho visto…e ho testimoniato. Solo chi fa esperienza del Signore, chi lo ha incontrato davvero come il Signore della propria vita, può testimoniarlo. Si testimonia solo ciò che si vive.
Papa San Paolo VI un giorno scrisse: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri e, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni”.
Giovanni Battista è stato uno di questi, il primo di una lunga serie di cui anche noi siamo chiamati a farne parte.