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Domenica 11 luglio

Domenica 11 luglio

XV domenica del tempo ordinario

(Mc 6, 7-13)

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. 

COMMENTO DI DON ANDREA DEL GIORGIO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI SONDRIO

Equipaggiati per il viaggio e la condivisione

Il vangelo di questa domenica racconta l’invio in missione dei 12, riprendendo la prima chiamata: «Vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17).

Interessanti le modalità e l’equipaggiamento indicati per la missione. Innanzitutto «a due a due»: ciò sia in funzione della testimonianza riguardo a Gesù e a ciò che si è vissuto con lui; ogni testimonianza, infatti, deve basarsi almeno su due testimoni. Ma l’obiettivo è portare anche una esperienza di vita comune e di carità reciproca, attraverso il cammino condiviso dai due, visti come piccola comunità.

Particolare anche l’equipaggiamento, sia nei divieti che in ciò che si prescrive di portare. Un bagaglio più che essenziale, «né pane, né sacca, né denaro nella cintura», «non portare due tuniche», in modo da stare con la gente e sperimentarne l’ospitalità e la condivisione. Paolo, in contesto pagano dove era più opportuno testimoniare la gratuità dell’annuncio, darà indicazioni diverse. Marco, a differenza di Matteo e Luca, introduce due eccezioni che non sembrano legate solo funzionalmente al cammino: il bastone e i sandali.  Essi potrebbero essere un richiamo visivo al contenuto liberante e pasquale dell’annuncio tramite il riferimento alla prima cena pasquale consumata in Egitto con i sandali ai piedi e il bastone in mano.

Lo stile di questo primo mandato missionario deve essere, in qualche modo, rintracciabile nella missione affidata oggi ad ogni discepolo, ad ogni comunità cristiana, alla Chiesa, e anche alle associazioni cristiane. Siamo equipaggiati (in strutture, attività, modalità di azione, di discernimento e di relazione) per il viaggio o per l’occupazione di spazi? Per la missione o per la conservazione? Per lo stare in mezzo alla gente portando un annuncio di liberazione e di giustizia o per l’esercizio di un potere e l’efficienza?

 

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