Europe, Italy, Milan, Via Bernardino Luini, 5
+39.02.86.99.56.18
segreteria@aclilombardia.it

Domenica 1 ottobre 2023

Domenica 1 ottobre 2023

XXVI domenica del Tempo ordinario

Mt 21, 28-32
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Risposero: “Il primo”.
E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.

COMMENTO DI DON FRANCO TASSONE, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI PAVIA

La parabola dei due figli riportata dal Vangelo odierno costituisce un serio esame di coscienza anche per noi. Non è forse vero che anche noi cominciamo sovente col rispondere al Signore come il secondo dei due figli presentati nella parabola? All’invito del Padre ad andare a lavorare nella vigna rispondiamo con un certo ossequio formale: “Sì, Signore!”. Ma poi non ci andiamo. Ci sentiamo ovviamente responsabili e dalla parte di coloro che sono generosi davanti al Signore. C’è in noi come un riflesso di generosità considerata quasi come un bene ereditario, che ci autorizza a ritenerci sempre dalla parte dei buoni (come i farisei). Ma questa sedicente rettitudine generosa, apparentemente ineccepibile, non basta a Gesù, che scruta i cuori. Manca ancora qualcosa: essa è troppo cosciente di sé e si fida troppo di sé stessa. Non ha ancora verificato la propria interiore debolezza e fragilità. Ecco perché Gesù preferisce il primo dei due figli: colui che ha cominciato con uno sbaglio, e la cui presunta generosità è rimasta ferita già fin dall’inizio, e ha dovuto ricominciare umilmente da capo col pentimento: «Ma poi si pentì e vi andò». È proprio lui che Gesù preferisce: colui che ha cominciato col dire no, ma poi, pentito, è andato a lavorare, forse anche furtivamente, nella vigna. Coloro che hanno trovato la porta del pentimento non hanno più bisogno di una generosità soltanto propria. Tutto deriva ormai dallo sguardo di perdono che il Signore un giorno ha posato su di loro. Ed essi ora sanno, possono, osano rispondere con gioia: «Sì!». Come Zaccheo l’arcipubblicano, Maria la peccatrice, e quel meraviglioso anonimo che noi oggi ancora ammiriamo come il Buon Ladrone. Tutti costoro ci hanno preceduto nel Regno. Dobbiamo tutti passare dalla porta del pentimento, presto o tardi, altrimenti non troveremo posto nel Regno, come Pietro che si intestardiva a non voler essere lavato da Gesù. Anche noi dobbiamo stare attenti a non intestardirci nella nostra buona volontà, a non restar prigionieri delle nostre opere e del nostro successo. Quante volte anche noi abbiamo ondeggiato tra un si e un no, a seconda delle simpatie, delle garanzie e delle convenienze. La schiena diritta è esperienza sia di chi è consapevole che senza il Signore non può fare nulla, sia che la nostra Associazione vive per il dono e il sacrificio di chi si spende in modo gratuito e desideroso del bene dell’altro.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Skip to content