Domenica 1 agosto
XVIII domenica del tempo ordinario
(Gv 6, 24-35)
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
COMMENTO DI DON ANDREA DEL GIORGIO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI SONDRIO
Cambiati nelle proprie domande e nella propria ricerca
Il brano di vangelo di questa settimana inizia con le folle in ricerca affannosa da una riva all’altra del lago di Galilea. Cercano il re, il messia che si è rivelato nel segno dei pani. Hanno fretta di incoronarlo, certe di aver trovato.
Gesù, quando si lascia trovare, delude tutti dichiarando che le domande vanno cambiate. Spiazzerà le certezze appena acquisite e metterà in crisi. Ne avrà per tutti: nella prima parte per la folla che cerca conferme a ciò che crede di sapere, poi per i responsabili dei principali movimenti religiosi e infine per i discepoli che lo seguono da qualche tempo.
I versetti di oggi riportano il dibattito con le folle che cerca di chiudere velocemente con certezze facili e pronte all’uso e Gesù che continuamente spiazza e rilancia.
Così, inizialmente, la gente cerca una risposta pratica e secondaria («Rabbì, quando sei venuto qua?»). Gesù cambia la loro domanda aprendola al perché della loro ricerca.
Le folle cercano una ricetta immediata di regole da rispettare, di opere da compiere per conquistare la salvezza. Gesù apre alla complessità dell’accoglienza di una relazione come unica opera che salva.
La gente chiede la ripetizione del passato, del già conosciuto (il segno della manna). Gesù fa vedere come il passato vada riletto per comprenderlo e reinterpretarlo in profondità per andare oltre e vivere in pienezza la relazione con lui.
La gente cerca un pane esterno, già pronto, frutto di un miracolo e guadagnato con opere e devozione. Gesù propone se stesso e la relazione con lui come alimento concreto, quotidiano, in cui impastare Parola e vita.
Solo lasciandosi provocare e spiazzare da Gesù la Chiesa potrà riformarsi da ripetitrice e conservatrice nelle iniziative e nei riti a generatrice di futuro e di fede.