Cosa fare per donare un futuro migliore ai nostri figli
Articolo di Martino Troncatti – Presidente Acli Lombardia ripreso da INTERRIS.IT
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nei suoi discorsi tocca sempre temi di profonda attualità per il mondo e per l’Italia, dimostrandosi, come sempre, un Capo di Stato attento alle problematiche ed alle nuove fragilità dell’epoca che ci troviamo a vivere. In particolare, dopo aver parlato della difficile situazione internazionale e soprattutto delle due guerre in corso, in Ucraina e nella Striscia di Gaza, ha analizzato le problematiche del nostro Paese che, quotidianamente, attanagliano ogni cittadino nelle fasi più diverse della vita, ovvero le lunghissime liste di attesa negli ospedali, la mancanza di lavoro adeguatamente retribuito e i giovani che, citando letteralmente il pensiero del Presidente della Repubblica, si sentono “fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere, e di cui non condividono andamento e comportamenti.”
Questi temi urgono dunque una riflessione. Occorre ricordare che, le liste d’attesa sono il risultato delle risorse limitate e dei tagli lineari destinati al sistema sanitario. A titolo di esempio basti pensare che, nel corso degli ultimi anni e in special modo nel 2022, oltre 4 milioni di italiani, ovvero il 7% della popolazione, hanno rinunciato a cure di cui avevano bisogno per le estenuanti liste d’attesa. Questo significa che, le istituzioni di ogni livello, devono investire le somme adeguate a garantire il diritto ad una sanità pubblica gratuita e di elevata qualità, in grado di rispondere celermente ai bisogni dei cittadini. Il tema del lavoro, posto a fondamento della nostra Repubblica e all’articolo 1 della nostra Costituzione purtroppo, ad oggi, come ricordato dal Capo dello Stato, è sempre può sottopagato e iniquo. Basti pensare che, ai giorni nostri, in Italia, un paese che in passato è stata la quinta potenza economica mondiale, ci sono ben l’11,6% dei lavoratori che vivono in condizione di povertà contro la media europea dell’8,6%.
Servono quindi politiche attive del lavoro che ne riaffermino con forza la dignità attraverso salari adeguati ed eque condizioni di impiego. Tutto ciò però, deve essere affiancato da un sistema formativo all’altezza, in grado di far esprimere ai giovani le loro potenzialità e, di conseguenza, realizzare i loro sogni, facendo il modo che siano messi al centro di ogni agenda politica. Tutta la società civile ha il dovere morale di porre rimedio alle problematiche evidenziate dal Presidente della Repubblica, ponendo a fulcro dell’azione collettiva la tutela di quella che, con lungimiranza, Papa Francesco ha definito la nostra “famiglia umana”. Il futuro ci attende, abbiamo l’obbligo morale di donare un mondo migliore ai nostri figli.