CON LA FORMAZIONE PROFESSIONALE DALLA SCUOLA AL MONDO DEL LAVORO – Articolo di Giovanni Garuti
Il grande dibattito che si è aperto sulla drammatica realtà della disoccupazione giovanile, degli abbandoni scolastici e della crescente disaffezione allo studio e al lavoro delle nuove generazioni, a contatto con una crisi che fa scomparire fabbriche e uffici, senza offrire alternative e speranze di ripresa dell’attività produttiva, costringe a cercare vie d’uscita al fatalismo che rischia di lacerare il tessuto sociale e con conseguenze negative sulle condizioni di vita dei cittadini.
L’attenzione delle istituzioni e della società civile si sta orientando verso il sistema scolastico e formativo, dalla scuola media alle facoltà universitarie, per verificare se il divario crescente con le conoscenze, le abilità e le professionalità richieste dal mondo del lavoro, non sia la causa della perdita di competitività e di futuro delle imprese italiane nella sfida mondiale.
Gli open day delle scuole e degli istituti professionali per far scoprire alle famiglie e ai futuri allievi le offerte formative e gli sbocchi occupazionali, in una leale concorrenza di opportunità di studio e di sperimentazione didattica, devono anche trasformarsi in una occasione di dialogo con le strutture imprenditoriali, dell’artigianato e dei servizi, per evitare incomunicabilità e binari morti al conseguimento dei diplomi o delle lauree.
Nell’attuale congiuntura, caratterizzata dall’impetuosa rivoluzione informatica e digitale, gli obiettivi del sapere e del saper fare, si intrecciano nel divenire della attività manuali e dei servizi, con la necessità di una formazione permanente e sul campo, a partire dagli stage scuola/lavoro, da attivare durante i percorsi scolastici per far incontrare studenti e aziende nei luoghi delle professioni.
L’apertura dei mercati nello scenario mondiale, lo sviluppo dei flussi migratori e i profondi cambiamenti delle strutture produttive, costringono a ripensare il mondo del lavoro e le opportunità offerte alle nuove generazioni, con una ricerca finalizzata a creare professionalità polivalenti e flessibili, senza aprioristiche esclusioni delle attività artigianali e manifatturiere.
L’articolazione delle strutture scolastiche e formative, offre la possibilità di valorizzare le naturali vocazioni di ogni studente, indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali di partenza, perché il diritto allo studio deve essere garantito a tutti in relazione ai talenti e alle aspirazioni di ognuno, per evitare abbandoni e disaffezioni che spingono all’emarginazione.
Fra le scelte possibili, ma non in alternativa ad altre opportunità, c’è l’esperienza delle ACLI e l’offerta dell’Enaip per la formazione professionale dopo la terza media, con corsi triennali aperti al quarto anno per il conseguimento della qualifica triennale, del diploma di tecnico quadriennale e un quinto anno per l’ottenimento della maturità di scuola secondaria superiore, in collaborazione con l’Istituto Tecnico e/o professionale.
Oltre a Milano, altri 27 Centri di Fp dell’Enaip sono aperti in Lombardia per l’acquisizione di qualificazioni in vari campi, dalla ristorazione al commercio, dall’edilizia all’arredamento, dalla meccanica all’elettronica, dalla grafica all’informatica, con colloqui di orientamento e percorsi personalizzati.
Durante lo svolgimento dei corsi, frequentati da circa 25.000 cittadini italiani e stranieri, adolescenti, giovani e adulti, vengono effettuati tirocini al lavoro con oltre 1500 aziende lombarde, mentre altri servizi formativi sono a disposizione per i lavoratori in difficoltà e per il reinserimento di persone svantaggiate.
L’obiettivo dell’azione educativa e sociale delle ACLI, che ha ormai varcato la soglia dei settant’anni di vita, è la formazione e l’orientamento professionale per la promozione dei lavoratori e lo sviluppo integrale di ogni persona, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco sul dovere della solidarietà in contrapposizione all’indifferenza e alla mentalità dello “scarto”.
La circolare del Ministero dell’Istruzione sulle iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado per il prossimo anno scolastico, in relazione all’assolvimento dell’obbligo formativo, fa riferimento anche all’accordo della Conferenza Stato/Regioni, per le qualifiche triennali conseguite nei Centri di formazione professionale, con un articolato elenco di settori produttivi.
Altri campi d’azione dell’Enaip si riferiscono al dialogo con le famiglie, ai portatori di disabilità, ai contratti di apprendistato, agli immigrati, ai disoccupati e ai lavoratori in difficoltà, per la riqualificazione e il reinserimento lavorativo, in raccordo con la politica attiva del lavoro e alle iniziative del Fondo famiglia lavoro della Diocesi di Milano.
“Non uno di meno”, era il titolo di un poetico film cinese sulla scuola, con una insegnante che rincorreva un suo allievo che era fuggito nella grande metropoli abbandonando il villaggio d’origine : così deve essere l’impegno delle ACLI, con i suoi Centri di Fp per offrire occasioni di formazione sociale, economica, linguistica, scientifica e tecnologica, contro la tentazione lasciare lascuola per lo scoraggiamento generato dalla inaccettabile disoccupazione giovanile.
Giovanni Garuti