Europe, Italy, Milan, Via Bernardino Luini, 5
+39.02.86.99.56.18
segreteria@aclilombardia.it

Alla ricerca delle radici per aprire le ACLI al cambiamento

Alla ricerca delle radici per aprire le ACLI al cambiamento

I Circoli ACLI delle varie province lombarde quando sono stati invitati a varcare i confini comunali per migrare nella Regione in occasione degli appuntamenti congressuali e delle assemblee organizzative di socializzazione delle esperienze locali, hanno spesso trovato accoglienza in località cariche di storia e di memoria delle origini e del divenire dell’avventura aclista, che ha varcato ormai la soglia dei settant’anni con la speranza di avere ancora una lunga vita.

Da Milano a Brescia, da Bergamo a Mantova, da Lodi a Como, da Varese a Cremona, da Lecco a Pavia e a Sondrio, tutte le città hanno contribuito a creare l’identità articolata e plurale delle ACLI lombarde, con aperture nazionali e proiezioni europee, per intrecciare le relazioni con i Circoli all’estero fondati dagli italiani espatriati in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita.

Altri luoghi più emblematici hanno lasciato il segno per la presenza di testimoni indimenticabili, da Bozzolo per don Primo Mazzolari a Fontanella per padre David Maria Turoldo, da Sotto il Monte per Papa Roncalli a Concesio per Papa Giovanni Battista Montini, con la visita alle case natali e l’incontro con gli eredi e i custodi delle opere e della memoria da trasmettere alle nuove generazioni.

Nel cambio d’epoca che ci avvolge, la riscoperta delle origini delle ACLI e della lunga strada percorsa con i lavoratori e i cittadini alla ricerca del bene comune, non può farci dimenticare i padri fondatori e chi ci ha accompagnato con il coraggio di  una fede incarnata nella quotidianità, per aprire spazi ai laici cristiani nell’azione di affratellamento e condivisione nelle lotte sindacali e sociali per i diritti di cittadinanza e gli obiettivi di autopromozione civile.

L’assemblea dei Circoli lombardi a Concesio, paese d’origine di Paolo VI che fu fin dall’inizio l’animatore e il sostenitore del movimento aclista, ha favorito la riflessione su nuovi campi d’azione da coltivare in rete, dalla formazione ai servizi e alle imprese sociali, per valorizzare la creatività e le esperienze territoriali, in una strategia da condividere, strada facendo, con le altre associazioni impegnate per il cambiamento degli stili di vita.

La testimonianza della Delegazione di una Comunità ortodossa di Mosca, che da anni ha avviato scambi culturali con le ACLI lombarde, sulla catastrofe antropologica del XX secolo e sulla rinascita avviata alla luce della fede, ha aperto spazi di amicizia e di dialogo ecumenico, con progetti di collaborazione fra i due polmoni dell’Europa dell’est e dell’ovest.

Con don Ciccone abbiamo rivissuto la storia delle ACLI “speranza della Chiesa”, dal mondo agricolo all’industrializzazione, con i nuclei nelle fabbriche e i Circoli sotto ogni campanile, per la formazione e l’impegno civile, spinte dal vento del Concilio alla testimonianza in campo aperto del Vangelo e della dottrina sociale cristiana, per vivere il tempo della crisi nell’epoca di Papa Francesco, con i lavoratori, i cittadini e gli immigrati, alla ricerca dei diritti al lavoro e alla casa.

Con gli altri relatori, sulla spinta del viaggio di Paolo VI a Gerusalemme, la sguardo si è allargato alle prospettive per la salvezza del pianeta, con l’evangelizzazione e l’apertura del cuore alle sorti dell’umanità per la liberazione storica dalla povertà e dai conflitti, con l’invito ai laici all’impegno  per il bene dei fratelli sull’esempio del buon samaritano.

Se siamo alla fine di un’epoca con il mondo che sta cambiando, mentre l’insicurezza diffusa  genera vulnerabilità e fragilità, il lavoro scompare e la povertà si espande, per ripartire si deve riscoprire la strada della solidarietà.

Nella transizione verso la società digitale, per evitare di essere messi ai margini delle competenze tecnologiche necessarie alle nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro, si è costretti a superare la tentazione individualista, per uscire dall’isolamento e vivere l’esperienza quotidiana in una dimensione comunitaria, al fine di superare insieme le difficoltà personali e familiari generate dalla velocizzazione delle trasformazioni sociali.

L’individuazione dei modelli di intervento delle ACLI, sulla spinta delle idee e delle opere del cattolicesimo democratico, si è intrecciata negli interventi di Rossini, Gaffurini e Bottalico, che hanno fatto riferimento ai Documenti conciliari e alla eredità pastorale e culturale di Papa Montini, per continuare il dialogo con la società plurale, interetnica e multiculturale che ci circonda.

Con la fedeltà al Vangelo e la testimonianza della carità, nel sociale e in politica, per la libertà e la dignità delle persone, attraverso la rete dei Circoli aperti all’incontro con la comunità pastorale, alla collaborazione e alle alleanze sul territorio per affrontare i bisogni dei cittadini e promuovere la convivenza con altre religioni e tradizioni nelle realtà locali.

Nella complessità e nella frammentazione della società contemporanea, l’altruismo e la gratuità dell’azione formativa e sociale delle ACLI, in sintonia con le attività del volontariato, consentono di diventare portatori di speranza nella condivisione, nelle sperimentazioni e nell’innovazione, per progetti di welfare comunitario e per uno sviluppo partecipato e solidale.

L’invito a tenere le porte spalancate e gli occhi aperti sul cambiamento, in ascolto delle esigenze dei lavoratori e degli immigrati, apre nuovi spazi alle iniziative delle ACLI per superare la cultura dello scarto e dell’esclusione, con programmi di educazione popolare e sociale per contrastare le crisi delle istituzioni e della politica che impediscono il varo delle riforme necessarie alla ripresa economica e alla giustizia sociale.

Il pluralismo e la laicità delle ACLI, associazione di ispirazione cristiana, in ascolto delle voci e delle grida delle periferie e dei territori, lacerati dalle disuguaglianze e dalle tentazioni xenofobe provocate dalla disoccupazione involontaria e dalla crescente povertà, possono offrire un contributo alla coesione sociale e al riconoscimento dei diritti di cittadinanza.

I molti mestieri del movimento aclista al servizio dei cittadini e della società, si stanno adeguando e aggiornando per fronteggiare le emergenze, dal lavoro delle imprese sociali alle cooperative per la casa, dalla formazione professionale all’assistenza previdenziale e fiscale, dalla consulenza agli immigrati alla solidarietà internazionale, dal dialogo ecumenico e interreligioso alla promozione dei nuovi stili di vita.

La visita, prima della partenza da Concesio, al Museo Paolo VI dove sono raccolte le molte opere d’arte donate al Papa dagli artisti in segno di riconoscenza per la riconciliazione della Chiesa con il mondo della creatività e della soggettività dell’arte del secolo scorso, ci ha fatto riscoprire un Papa aperto all’accoglienza e al dialogo con il mondo contemporaneo.

Giovanni Garuti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Skip to content